RIFLESSIONI

 

 

 

gennaio 2 0 2 3

PERCHÉ FARE UN RETREAT?
 

L' esperienza del Ritiro é qualche cosa di speciale e profondo.

Tra le tante opportunità che offre, una mi sta molto a cuore e cioè quella di potersi addentrare in una dimensione dettata dall’essenziale. 

In altre parole, dà l’ occasione di immergersi in ciò di cui abbiamo bisogno in quel preciso momento permettendoci di escludere per un po’ il superfluo, quello di cui possiamo anche fare a meno o quello di cui ci carichiamo in più.

Senza tante distrazioni, dà la possibilità di vivere il momento, ossia quel famoso stato di cui tanto si parla del “qui e ora”.

In compagnia di noi stessi, dei/delle compagni/e di viaggio e della natura che ci circonda.

È una ventata di aria nuova e rigenerante. 
Di condivisione. 
Ricca di sorprese.

Non é un perdere totalmente il contatto con il mondo, bensì direi é più un ridurre i tanti stimoli esterni, consentendoci di godere maggiormente del meno e dell’essenziale, dirigendo solo lì la nostra attenzione, donandoci in cambio un’ energia rinnovata.

È anche un’ occasione per fare una cernita.

Quando vediamo che l’ armadio di casa ormai non si chiude più da quanta roba c’ é dentro, cosa facciamo allora? Facciamo una cernita.

Alcune cose le regaliamo, altre cose magari le vendiamo, altre le buttiamo.

E teniamo  quello che sappiamo ci servirà davvero.

L’ armadio ha di nuovo spazio dentro e noi…noi ritroviamo pure quella vecchia camicetta o pantalone che col tempo avevamo dimenticato, ma che in veritá ci piaceva tanto!

Così anche attraverso il Ritiro creiamo spazio, nella nostra mente, nelle nostre giunture, nelle nostre relazioni con gli altri, riscoprendo con sguardo rinnovato il vecchio dimenticato e facendo esperienza del nuovo in una dimensione di accoglienza e buona compagnia!

 

febbraio 2 0 2 1

PERCHÉ LO YOGA FA BENE?
AIUTA A RIDURRE LO STRESS E PUÓ AVERE UN AFFETTO PREVENTIVO?


L’ essere umano é qualcosa di molto complesso.
Siamo fatti di materia si, ma anche di pensieri idee, emozioni, e se vogliamo, anche di spirito. 

Possiamo quindi identificare 3 piani fondamentali che compongono la nostra esistenza in quanto esseri umani.

Il piano fisico, fatto di materia, consistente in muscoli, ossa, organi (come il fegato, stomaco, pancreas, intestino, cervello…..) vasi sanguigni, vasi linfatici, nervi. Che si coordinano in sistemi e apparati e lavorano insieme come una grande orchestra.

Il piano mentale: coordinato dal cervello e il sistema nervoso che oltre a collaborare con il corpo fisico, da vita anche alle idee, ai pensieri, alle emozioni e agli stati d’ animo.

E il piano meno concreto di tutti, quello spirituale, per il quale si dice ci sia bisogno di credere, di fede, proprio perché non é tangibile.

Lo yoga abbraccia tutti questi aspetti.
È una pratica fisica (la più comune e conosciuta in occidente).
Ma é anche una pratica mentale, filosofica.
È una pratica spirituale.

È raro trovare altre discipline che veramente tocchino in maniera così profonda tutti questi aspetti facenti parte (volente o nolente) della vita dell’ essere umano.

Motivo per cui possiamo dire che fondamentalmente lo yoga fa bene: considera l’ essere umano in tutti i suoi “piani”, in tutte le sue sfaccettature e ha i mezzi, gli strumenti (sperimentati per secoli e da migliaia di maestri che hanno dedicato la loro vita a fare questo) per andare a lavorare proprio su tutti questi aspetti.

Noi qui ci occuperemo prevalentemente dell’ aspetto fisico, della materia, andando però anche a toccare la meditazione (che riguarda l’ aspetto piú mentale).

Vedrete peró come, anche attraverso un lavoro dedicato prevalentemente alla materia, si possa comunque iniziare a toccare gli altri due piani, i così detti corpi più sottili dell’ essere umano.

Parole come accettazione, resilienza, fuoco interiore…potranno venirvi a galla anche durante la “triviale” esecuzione di esercizi fisici che nello Yoga vengono chiamati Asana.

Asana, dal sanscrito, stare seduti. Tutto un insieme di posizioni seduti, ma anche in piedi, sdraiati, capovolti…

Va da sé quindi che si possa affermare che lo yoga aiuta a ridurre lo stress e può avere effetto preventivo.
Nel momento in cui noi lavoriamo sugli aspetti appena sopra elencati, andiamo a lavorare sul mantenimento della salute.

Si perché anche la salute non é una cosa che rimane invariata ad oltranza: ha bisogno di essere coltivata e curata.

PERCHÉ LO YOGA É UNA PRATICA SOSTENIBILE?


Lo yoga é una pratica sostenibile proprio perché é una pratica che può essere ripetuta per tutta la vita e a tutte le età.

È una pratica che é stata creata e sviluppata per  aiutare l’ essere umano, quindi é lo yoga che si adatta alla persona e non la persona allo yoga.

Questo significa che la pratica yogica può e deve essere adattabile alle esigenze di ciascuno.

Sopratutto quando si entra in un ambito terapeutico come lo yoga-terapia.
 

QUANDO LO YOGA PUÓ ESSERE DANNOSO?

La domanda che sorge ancor prima é: ma allora, dopo tutte queste belle cose, questa sviolinata sullo yoga, come può lo yoga fare male?

Lo yoga può far male. Ma quando?
Quando viene praticato male.
Così come tutte le cose.

Quindi non é lo yoga di per sè che può far male, ma é come viene praticato, come viene interpretato, come viene trasmesso!

È la mancanza di pratica, di informazione, é l’ abuso e via dicendo, così come in tutte le cose, che può portare a creare dei problemi.

È fondamentale essere consapevoli di quello che si fa.
E una via per coltivare questa consapevolezza é proprio la pratica costante.

Pratichiamo in maniera scorretta? La risultante sarà “problematica”.
Pratichiamo in maniera consapevole, corretta, sana, attenta a percepire quali sono i segnali che il corpo e la mente ci trasmettono e ad accopglierli, ecco che avremo dei risultati sempre più positivi.

Ma anche questo richiede allenamento.

Nessuno nasce imparato!
Ma tutti possono imparare.

Buona pratica ;-)

dicembre 2 0 2 0

DELLA SERIE: PREVENIRE É MEGLIO
 

Certamente non possiamo avere tutto sotto controllo.

Allo stesso tempo peró, ci é stata data la possibilitá di pensare, ragionare, SCEGLIERE.

Ad esempio, possiamo scegliere di provare ad agire attivamente sulla nostra salute.

Uno dei tanti insegnamenti dello yoga prende il nome di SAUCHA.

Si tratta del primo punto degli NYAMA (dagli 8 rami dello yoga tramandato da Patanjali).

SAUCHA ci parla di cura e pulizia, del corpo e della mente.

Lo scopo, anche qui, non é altro che quello di rimanere in salute e Saucha ci insegna che, attraverso una cura e una pulizia del corpo e della mente, contribuiamo a mantenere un corpo sano che lascia lavorare indisturbato il proprio sistema immunitario e lascia agire la vis medicatrix naturae (concetto, tra l' altro, tramandatoci da Ippocrate...Tutto sommato in epoca antica est e ovest della terra, non avevano visioni della salute poi tanto diverse tra loro.)

Guarda caso, si può proprio dire che il sistema immunitario va a braccetto con il sistema linfatico.

Anzi, per dirla con un' espressione di una volta lasciataci in eredità dai nostri nonni, sono proprio come “culo e camicia” :-)

Ecco che andando a lavorare sul sistema linfatico, con pratiche di stimolazione e pulizia, contribuiamo a mantenere un sistema immunitario efficiente.

Quali sono alcune di queste pratiche di stimolazione e di pulizia?

Ad esempio le ASANA. Ebbene sì.

Le Asana non incidono solo sull' apparato motorio, potenziando e rendendo la muscolatura più forte e le articolazioni piú mobili e ben "oliate".

Le Asana fanno anche da pompa per il sistema linfatico, che ha bisogno di un' aiutino anche da fiori perché da dentro ogni tanto si intasa e s' inceppa creando ristagni colmi di "rifiuti", ossia tossine.

Altro esempio il PRANAYAMA, cioé il controllo del repiro, che ci insegna, tra le altre cose, a usare al meglio e dirigere il respiro coscentemente là dove c' é bisogno di ossigeno contribuendo anche qui a liberarsi dalle tossine.

E ancora le pratiche yogiche e ayurvediche come JALA NETI, le docce nasali con acqua e sale, ARISTA, la pulizia della lingua col nettalingua o il "gustosissimo" l' OIL PULLING, cioé il lavaggio della bocca con olio di sesamo o di cocco.

Tutte queste pratiche contribuiscono a liberarci dai batteri rimasti a sonnecchiare nel naso e nella bocca e fanno una bella scrematura buttandoli fuori prima che proseguano il loro viaggio giù per l' esofago e la trachea..... arrivando là dove poi é piú difficile stanarli.

Insomma, cosa diceva il titolo? Prevenire é meglio ;-)